Buongiorno,
scrivo per sondare i pareri degli amministratori su un argomento che ritengo molto delicato.
Il blocco "utenti online" visibile a tutti non vìola la privacy?
Alessandro
Buongiorno,
scrivo per sondare i pareri degli amministratori su un argomento che ritengo molto delicato.
Il blocco "utenti online" visibile a tutti non vìola la privacy?
Alessandro
Ciao Alessandro,
Esattamente su quale punto dovrebbe violare la privacy il blocco utenti online?
Se ti ritrovi registrato sulla piattaforma per svolgere un corso (quindi sei sulla stessa "barca") ed avendo fatto il login ti ritrovi nella dashboard con il blocco utenti online attivo, non credo che qualcuno stia violando la tua privacy, se nell'accedere "nota" la tua presenza o assenza oppure viene proprio a cercarti intenzionalmente.
Oltretutto:
Ritengo inoltre, che qualsiasi strumento fisico o virtuale si possa prestare ad una duplicità d'uso: a similitudine delle forbici, ad esempio, tutto dipende dall'uso che se ne fa.
Per cui, se il blocco è impiegato per spiare e /o importunare il prossimo allora si, in effetti si sta violando la privacy ma deve essere chiaro .. che la colpa non è del blocco, quanto dell'uso distorto che ne fa il singolo utente (responsabile di se stesso e firmatario delle aceptable use policies, che è bene ribadire è la premessa fondamentale per l'accesso ai corsi unitamente all'acconsentimento per la trattazione e gestione dei dati).
In questo senso, ed in base alla mia esperienza, Moodle mette a disposizione una grande quantità di dati (ed in molti contesti) .. e lo fa sempre con il preciso scopo di aiutare la comunità (classe, gruppo, soggetto) e nell'aiutare mette in conto che gli stessi soggetti appartenenti ad un gruppo, classe, corso .. possono:
Spesso, gli amministratori, abituati come sono a trattare in modo tecnico ed asettico una
grande mole di dati personali (talvolta delicati), e quindi a cautelarsi e proteggere il data bank, non si rendono conto
dell'importanza che può avere invece questo blocco per un singolo utente (gruppo o classe) finalizzato con molta probabilita unicamente a constatare la sola presenza online di uno o più colleghi che stanno svolgendo il corso; la tranquillità di saperli online e magari di poter contare su di loro in caso di necessità (l'esempio lampante è dato dalla presenza dell'insegnante o del tutor, chi di noi non lo ha mai sperimentato?). Sia chiaro .. non ne faccio una colpa per certi versi .. sono anche io .. un amministratore.
Qui, a mio parere, (ma dovrebbero intervenire i veri esperti del ramo) entra in gioco la filosofia , lo spirito di Moodle. Si vola quindi sui piani alti del costruzionismo e del costruttivismo. Parliamo di un e-learning che fondamentalmente deve essere recepito ed interiorizzato dagli utenti come un bisogno di auto-apprendere e che deve anche poter essere auto-gestito dal frequentatore. In tal senso, l'aspetto social e di comunicazione diventa la terza "gamba" dell'archetipo .. un ausilio fondamentale, quel bisogno primario ed insopprimibile di comunicare, necessario e corroborante al raggiungimento dell'obiettivo poichè è orientato a coalizzare, unire il gruppo o classe, per rendere oggettivamente più qualitativo l'apprendimento e nel contempo più sopportabile e complice lo svolgimento del corso.
Se Moodle è impiegato in altri contesti, penso esempio ad una qualche forma di simulazione su base "icai" (intelligent computer-assisted instruction), laddove cioè si rende necessario svolgere corsi in regime isolato oppure, chessò .. ad ambienti collaborativi ma fortemente marcati da anonimicità, allora si, concordo, il discorso della privacy assume un valore predominante, che deve quindi essere affrontato seriamente, operando in profondità, ossia personalizzando in modo spinto la piattaforma.
Dom
Buongiorno, ti ringrazio per la risposta che però, a mio avviso si allontana dalla mia domanda. In altri termini nessuno discute l'utilità didattico-pedagogica del blocco "utenti online" semmai il fatto che un sito, senza un esplicita liberatoria può pubblicare il nome ed il cognome di chi è commesso. A riprova di ciò basti pensare al fatto che, generalmente, i siti pubblicano il numero di utenti online e non il nome e cognome. In tal senso la legge 196 del 2003 non mi sembra lasci spazio a fraintendimenti.
Alessandro
Ciao Alessandro,
premesso il fantomatico IANAL, nel sito - qui, Moodle - deve essere presente un documento che descrive la Privacy Policy applicata: se li descrivi l'uso del Blocco Online ed i rischi che tu hai valutati, IMHO a quel punto è l'utente stesso che ti manleva dai presunti problemi di privacy.
HTH,
Matteo
Grazie per la risposta davvero esaustiva.
Alessandro