Innovare è difficile!

Innovare è difficile!

di Giuseppe Sanny -
Numero di risposte: 16

Salve,

molto spesso mi trovo a "combattere" con gente che sulla base di nessuna teoria (e pratica) afferma "l'e-learning non funziona"....dato che io sono convinto del contrario e sono certo che la maggior parte di voi lettori (se non tutti) la pensa come me, vorrei un vostro aiuto.

Dove posso trovare un documento in italiano che mi illustri le potenzialità dell'e-learning e di moodle in particolare? 

Vi ringrazio

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In riposta a Giuseppe Sanny

Re: Innovare è difficile!

di Adriano De Vita -
>> Dove posso trovare un documento in italiano che mi illustri le potenzialità dell'e-learning e di moodle in particolare?

Mah, io ho scritto una introduzione generale che in alcuni punti è da aggiornare, ma nell'insieme credo vada ancora bene. SE ti può essere utile scaricarla e utilizzarla liberamente da: http://www.weblearning.it/   (nella prima pagina: sette articloli ecc.)

Per le potenzialità di Moodle se intendi quelle propriamente didattiche, che sono un'altra cosa rispetto a quelle tecniche, tra poco dovrei riuscre a divulgare alcune traduzioni di articoli di Douguiamas sul costruttivismo, ma cero mi pare che manchino cose semplici e di taglio più divulgativo (perchè non provi direttamente a scrivere qualcosa tu, mi offro come aiutante).

Sul fatto che l'e-learnig funzioni o non funzioni è un tema annoso: Certo che per farlo funzionare ci vuole molta competenza, molto lavoro, molta passione e le promesse del marketing della conoscenza (tutto, subito, senza fatica, anche dormendo) producono disastri educativi e anche commerciali difficili poi da recuperare. triste

In riposta a Giuseppe Sanny

Re: Innovare è difficile!

di Michael Hall -
Non parlo italiano molto bene, e neanche capisco molto di Moodle ... soltanto ho installato un Moodle server per un collega qui in Australia. Ma mi interessa molto e intento sperimentare piu' quando trovo il tempo (sono insegnante e linguista).

Dunque, secondo la mia esperienza,  lo piu' importante in qualche tipo di insegnamento, sia e-learning o no, e' il contenuto. Moodle potrebbe essere buonissimo o cattivissimo ... tutto dipende dal contenuto, non dal applicazione web.

Me interessa anche il "social constructivist pedagogy" che me sembra la teoria pedagogica di Vygotsky. La spiegazione che ho trovato su questo website e' abbastanza corta ... esiste una spiegazione piu'  dettagliato di come esattamente questa applicazione aiuta la "costruzione sociale di conoscenza"? Che tratti distintivi ha che un buon sistema weblog/CMS, per esempio, non ha? Scusa se mostro la mia ignoranza, ho sete di la conoscenza ...
In riposta a Michael Hall

Re: Innovare è difficile!

di Marino Sedda -

Salve a tutti,

provo a darvi una risposta al limite e opportunità per l''innovazione. Sicuramente per capirci dovremo partire da un concetto comune e condiviso.

In questo intervento definisco l'innovazione come un comportamento deviante, rispetto ad una norma, legge o osservazione.

Per poter arrivare a definire la devianza, abbiamo bisogno di un modello. Il modello può dare delle spiegazioni sul fenomeno osservato in termini:

1) causali/pre-scientifici/impliciti (causa - effetto);

2) funzionali/scientifici/espliciti (comportamento in funzione di una situazione).

Fatta questa distinzione, possiamo proseguire:

le risposte ottenute con il primo modello, saranno coerenti con il modello che le ha generate: metteranno in relazione due fenomeni e daranno una spiegazione di uno rispetto all'altro.

le risposte ottenute con il secondo modello, saranno anch'esse coerenti con il modello che le ha generate: metteranno in relazione due fenomeni e spiegheranno uno a partire dallaltro.

Dovè allora la differenza???

Il primo modello, non si pone problemi rispetto alla

1)     comparabilità fra i fenomeni (se non sono comparabili per problemi legati allordine di grandezza, allindivisibilità)

2)     traducibilità dei linguaggi e delle spiegazioni. (Unaffermazione vera allinterno di un modello non è detto che continui ad esserlo anche in un altro )

3)     verificabilità delle conclusioni (attraverso la ripetizione dellesperimento che le ha prodotte)

4)     misurabilità delle conclusioni (con indicatori quantitativi e/o intersoggettivi)

Conclusione.

Ho voluto fare questa digressione metodologica per creare una discussione basata che offra possibilità di verifica, riuso e miglioramento continuo. Il discorso che ho fatto potrebbe essere classificato come comportamentista. Mi farebbe piacere continuare a confrontarmi con Voi tutti rispetto a piccole risposte, trucchi e soluzioni immediatamente applicabili ed utilizzabili. Le discussioni generalizzanti spesso nascondo fallacie di diversa natura (logiche, politiche, religiose, ) che viziano anche i migliori risultati parziali. Partiamo dal creare degli strumenti, dal confrontarci su risultati parziali: lutilizzo degli stessi per una finalità, buona o non-buona, sarà sempre delegata al singolo.

Marino

In riposta a Marino Sedda

Re: Innovare è difficile!

di Giuseppe Sanny -

quindi concordiamo tutti nel fatto che l'importante è il COME si utilizza moodle!

Quindi a questo punto vorrei cambiare il titolo di questa discussione con "Come utilizzare moodle al meglio" o "Perchè utilizzare moodle"

Sarebbe interessante raccogliere tutte le esperienze dei docenti che hanno utilizzato moodle descrivendo la metodologia, lo scopo ed il risultato ottenuto!

Si potrà in futuro redarre un documento in base alle reali e concrete possibilità che può offrire l'e-learning (moodle in particolare) ai fini della formazione

che ne pensate?

In riposta a Giuseppe Sanny

Re: Innovare è difficile!

di Pietro Mussa -

Mi piace questa discussione (sono laureato in pedagogia...)

Io uso moodle così:

http://aulavirtuale.europaspace.com/

che ne dici?

Io sono convinto che i miei allievi prima o poi riusciranno a trovare la loro, spero meravigliosa strada NONOSTANTE i miei sforzi...

Uso Moodle nella speranza di automatizzare la parte "stupida" del mio lavoro (v. corsi di filosofia) per poter usare moodle per cosine un pò più furbe (v. "utopia").

Va abbastanza bene...

Ciao a tutti e buon lavoro 

In riposta a Pietro Mussa

Re: Innovare è difficile!

di Adriano De Vita -
Piero,

Che ne dico? Belli i tuoi corsi di filosofia (ne ho anche frequentato uno come ospite). Io ho usato qualche volta i testi di Alessandro Biral per corsi di formazione formatori in presenza) e anche parti dei dialoghi di Platone (Protagora e Gorgia) proprio per tentare di evitare che i neo-formatori prendano l'impostazione sofistica che oggi -come allora - sembra la più naturale (basta che mi paghi e io ti insegno qualunque cosa e rifiuto ogni reponsabilità su quello che che fai dopo).

A parte questo mi permetto d darti un suggerimento (ma attenzione perchè non è facile da seguire). Hai mai provato a chiedere ai tuoi allievi di scrivere un metalogo? Non di commentarlo, di scriverlo. sorpreso

Se non hai ma usato i metaloghi come metodo didattico ne allego uno (scritto da me) come esempio, al posto di lunghe e noiose spiegazioni.

Comunque se qualcuno vuole saperne di più apra un theaerd su questo, anche per capire quali attività si Moodle si prestano meglio allo scopo ammiccantesorpreso






In riposta a Pietro Mussa

Re: Innovare è difficile!

di Giuseppe Sanny -

AULA VIRTUALE Interessante! Era proprio quello che intendevo!

OTTIMO LAVORO..ma i tuoi studenti lo usano? con quali risultati?

In riposta a Giuseppe Sanny

Re: Innovare è difficile!

di Pietro Mussa -

Giuseppe, dici a me?

Gli studenti fanno quello che possono, la scuola a volte mi ignora, a volte sembra far di tutto per boicottare la cosa. Ovviamente il tutto funziona su spazi web free e neanche uno dei minuti extra dedicati a questa attività è retribuito. 

I miei colleghi sembrano preferire i corsi di ricupero fatti di persona (sarà per i circa 30 euro ora che ti danno anche quando gli studenti non ti filano neanche di striscio?).

arrossito Ora stiamo cercando di capire se funzionano meglio le mie lezioni o quelle virtuali:

  • In quarta ho spiegato Hume e Hobbes e ho fatto studiare Locke  e Berkeley sul computer... Dopo la verifica vedremo chi ha vinto. (Spero io).

pensieroso A fine mese si va in giuta a Barcellona (v. corso "Utopia") e poi la "settimana dell'educazione civica": tutte le mie classi in aula computer per quasi tutta la settimana ad interagire con moodle: almeno mezz'ora di corso e il resto dell'ora per ricerca nel web, forum, chat, diario...

Alla fine verifica automatica per tutti (quasi pronta)

grande sorriso (l'idea è di dare le nozioni base e i voti col computer per aver più tempo da dedicare alla discussione ed all'elaborazione di nuove ipotesi.

In riposta a Pietro Mussa

Re: Innovare è difficile!

di Vito Lavolpe -

Gent.le Pietro Mussa,

mi inserisco anch'io in questo dibattitto che di giorno in giorno si fa più animato e con interventi sempre più approfonditi. Io non ho una lunga esperienza didattica ma mi creda quando affermo che l'innovazione didattica non è facile neanche in ambiente universitario. Credo che questo metodo nuovo di fare didattica sia molto valido soprattutto per l'Università dove noi incontriamo gli Studenti per non molto tempo durante l'anno accademico. Qui a Bari in particolare nella Facoltà di Medicina l'esperienza è iniziata da un anno e i risultati sono stati molto lusinghieri in termini di miglioramento della offerta formativa e della Didattica in generale. Sono in perfetta sintonia con Lei quando dice che tutto questo è extra. Anche qui da noi salvo rare eccezioni si sta andando avanti per ora solo facendo leva su entusiasmo e passione. Complimenti per tutte le pagine WEB che ha realizzato così piene di contenuti. Cordiali saluti.

In riposta a Vito Lavolpe

Re: Innovare è difficile!

di Adriano De Vita -

Si sono accumulati vari interventi che toccano un po si sfuggita il tema della valutazione dei risultati, cosa complicata e mai veramente risolta. Nella scuola ci sono gli esami, nel lavoro ci sono i dirigenti, i concorsi, nella vita .. mah ?

Solo per dire che sono molto interessato a sapere con quali criteri in pratica valutate i risultati che riuscite ad ottenere e in che modo la formazione in rete viene confrontata con quella in presenza.

A me pare che i criteri dovrebbero essere diversi e che non vada bene fare lo stesso tipo di verifiche nei due casi. Un esempio: se io incoraggio (diciamo con Moodle, ma anche in presenza) ad apprendere attraverso processi di indagine e scoperta attraverso il lavoro collaborativo, dovrei valutare se gli allievi hanno appreso il metodo dellindagine e della scoperta collaborativi (oltre che determinati contenuti). Insomma i criteri di valutazione dovrebbero essere congruenti con i metodi e le finalità educative e non presentati come dati di valore assoluto e mai discutibili.

Quel confronto di fine anno che Piero intravede tra i suoi metodi e quelli più tradizionali  rischia di essere pesantemente falsato se i criteri di valutazione rimangono intrinsecamente tradizionali.

Che ne pensate?

In riposta a Adriano De Vita

Re: Innovare è difficile!

di Pietro Mussa -

Adriano,

Premetto che fatico un po' a capire cosa vuoi dire.

Da anni rifiuto di utilizzare il linguaggio pedagoghese ed ora mi rendo conto che forse ho esagerato...

il tuo discorso è generale/generico o qualcosa dei miei interventi ti ha fatto capire in quale modo mi sono organizzato e cosa c'è dietro?

  • Se è così descrivimelo perché io non ho ancora ben chiaro come farò, dipende da come si mettono le cose...
  • Se non è così potresti farmi qualche esempio, darmi qualche "dritta furba", magari mostrandomi il modo con cui ti rapporti tu coi tuoi studenti? Che cosa insegni e cone? Usi moodle? Come? Come valuti? Hai qualche sito da far vedere?

Io insegno storia, filosofia e ed. civica in un liceo "di borgata", il mio lavoro consiste nel trasmettere informazioni e abilità ai miei allievi, che provengono in massima parte dagli strati umili della popolazione e che, se vogliono tentare di affrontare l'università devono lavorare sodo...

Con moodle ho in mente di fare così (lo scrivo anche per raccogliere le mie idee, che per ora sono ancora abbastanza confuse):

primo anno > trasferisco gli appunti che già usavo

v. http://corsoc.tk/ 

e i "coperative learning" che ho sperimentato negli ultimi 2 anno con modesto successo (problemi tecnici: poche macchine che funzionano male a scuola e pochi allievi con internet a casa...)

v. http://lavori.altervista.org/

Ad esempio

  • Man mano che gli appunti che uso in vari modi mentre faccio lezione (io parlo e la classe ascolta - parlo e mostro le lezioni - parlo discuto e correggo...) diventano il cosro di ricupero per chi non raggiunge gli obiettivi minimi.
  • Il lavoro su Utopia, le biografie e AmericAsiAfrica è per ora facoltativo e la maggior parte delle cose sono fatte a casa e sul sito lavori. Le chat e i forum cominciano a dare frutti. Conto d'inserire wiki per l'anno prossimo, dopo averlo provato vi faccio sapere...

secondo anno > completamento e collaudo del sistema

terzo anno > (se non mi rottamano...) > il corso diventa obbligatorio per i miei allievi e una risorsa più chiara per chi è interessato.

Buon lavoro a tutti

Piero

In riposta a Pietro Mussa

Re: Innovare è difficile!

di Adriano De Vita -

E si, a distanza è difficile essere chiari perché non si da mai bene quali esperienze hanno gli altri e comunque scrivendo bisogna essere brevi. Provo a dare un po di contesto ai miei messaggi ma sarà un messaggio un po lungo:

Io lavoro da molti anni (ne ho 50) principalmente nella formazione per la piccole e medie imprese nel veneto. Lo faccio come consulente per conto di varie associazioni di categoria (artigiani, industriali, PMI ecc.). insegno quindi a persone adulte che lavorano e non a studenti. Seguo la formazione a distanza da prima che esistesse Windows (ricorso un micidiale linguaggio di programmazione della IBM chiamato SEF che costringeva a programmare riga per riga i corsi ).

 

Quando insegno i miei temi sono quelli della psicologia del lavoro e la formazione dei formatori, ma da anni lavoro prevalentemente coordinando progetti pilota e facendo studi e ricerche con finanziamenti europei, nazionali o regionali. Insomma faccio più il capo-progetto che il docente.

In questo contesto la formazione in rete è una novità: la scuola è sicuramente molto più avanti, sia pure tra tutte le difficoltà che avete elencato. Nei mio contesto uno dei problemi più comuni è che lo sviluppo delle tecnologie informatiche si è accompagnato a un pesante arretramento dellimpostazione didattica. In pratica vengono viste come una cosa che serve a far imparare a memoria le cose (leggi, vedi il filmato, fai il quiz). Questo si poteva capire negli anni 50 quando il mondo era più stabile il posto fisso) ma non oggi dove conta invece la capacità di muoversi in modo attivo e consapevole in contesti di lavoro che mutano in modo imprevedibile. Insomma quello che cerchiamo di insegnare è la madre di tutte le competenze: come sopravvivere e fare una vita sensata (per questo sono molto interessato alla filosofia come modalità di pensiero praticabile quotidianamente). A me pare che luso del web inteso come ambiente molto favorevole allapprendimento e alla comunicazione più che come biblioteca e servizio postale, offra possibilità notevoli (è un macchina sociale, secondo il suo fondatore) per la formazione degli adulti se riusciamo a imparare ad adoperarlo.

E come si fa?

Per esempio ho avuto buoni risultati impegnando gli allievi a risolvere problemi veri (non simulati) che sperimentano nel proprio contesto di lavoro utilizzando gli strumenti di comunicazione in rete. Devono essere problemi veri (costruire una procedura che poi applicheranno,stabilire responsabilità, produrre un manuale e simili). Ora sto cercando di insegnare luso elementare di Moodle a un gruppo di docenti che saranno impegnati nella formazione di circa 500 apprendisti nellarco del 2005. Gli apprendisti in genere  odiano la scuola  e chiedono a gran voce (da anni)  approcci didattici per problemi. I docenti spesso non ne vogliono sapere: stiamo discutendo e evidentemente una parte della tensione che questo comporta si è riversata nei messaggi a Piero (che non centra e chiedo scusa) .

Un sito? http://woodle.it/lms/

È quasi tutto per gruppi chiusi, ma se qualcuno vuole discutere del glossario sulla formazione che ho appena pubblicato sarà il benvenuto (ciccate su: e-learning: parole e concetti).

In riposta a Adriano De Vita

Re: Innovare è difficile!

di Giuseppe Sanny -

Anch'io presto consulenza presso una "eknowledge factory" (di una multinazionale) di cui si parlava prima e faccio parte di una società che si occupa anche di e-learning...ma ci tengo a dire che non stò scrivendo nel forum in veste di un addetto ai lavori bensì di un appassionato che crede nelle potenzialità della rete!

Ma in provincia di Bari faccio molta fatica a proporre questa nuova metodologia di insegnamento...purtroppo come dice Adriano "I docenti spesso non ne vogliono sapere" quindi cercavo una soluzione aprendo questa discussione e posso dire che l'ho trovata!

Con Moodle (o con altri LMS) bisogna far svolgere ai learner tutte le attività che fanno parte di un processo mirato alla soluzione di un problema.

In realtà non ne ero proprio all'oscuro ma una conferma da chi ha avuto esperienze diverse sicuramente è stata una cosa molto utile. Grazie.

Molto interessante il sito in cui si insegna ad usare moodle...

In riposta a Michael Hall

Re: Innovare è difficile!

di Adriano De Vita -

Ciao Michael (e benvenuto in talia grande sorriso ) ma questo è un messaggio per tutti.

Poni domande difficili che richiederebbero lunghissime discussioni (e litigate furibonde) ma penso anchio che questi temi vadano chiaramente affrontati perché utilizzare Moodle come se fosse un CMS è uno spreco di possibilità didattiche ingiustificabile.

Molto in breve e solo per iniziare:

  • io penso che tutti i LMS incorporino una teoria didattica, spesso in modo inconsapevole e che quindi non sono mai strumenti tecnici neutrima orientano lattività del docente. Moodle lo fa in modo chiaro ed esplicito indicendo il costruttivismo sociale come epistemologia didattica di riferimento.
  • Questo comporta, per esempio, una distinzione tra risorse e attività, cioè tra semplici informazioni e attività didattiche vere e proprie. Non tutti i docenti colgono la differenza, ma queato significa solo che non sono abbastanza preparati sul piano della didattica.
  • Questo significa anche che Moodle rifiuta in modo esplicito le teoria comportamentiste ed è per questo motivo che non prevede percorsi di studio rigidamente strutturati in step successivi con verifiche di soglia per ogni step. Questa mancanza non è un difetto o una dimenticanza di Martin: è frutto di una scelta metodologica precisa.
  • Sempre per questo motivo il modulo Book (Antologia) probabilmente non è stato aggiunto alla distribuzione ufficiale di Moodle. Il modulo è fatto benissimo e funziona perfettamente, ma il suo autore lo mette a disposizione come attività didattica, mentre invece è chiaramente una risorsa e questo crea confusione.
  • Ancora: nelle attività didattiche che prevedono una valutazione Moodle incoraggia una modalità tra pari (peer to peer) e in docente può decidere di abbassare in peso delle sua valutazioni fino ad annullarlo. Anche questa è una tipica scelta costruttivista perché mira a responsabilizzare gli allievi che non sono oggetti dellazione formativa operata da un docente-tecnologo che decide ogni cosa al posto loro, ma soggetti responsabili del proprio processo di apprendimento.

Si potrebbe continuare a lungo sorpreso

In riposta a Adriano De Vita

Re: Innovare è difficile!

di Adriano De Vita -
Ooops, prima allegare e poi postare, dice il saggio.
Ma non tutti sono saggi.

Ecco l'allegato.


In riposta a Adriano De Vita

Re: Innovare è difficile!

di Pietro Mussa -

Capito il messaggio principale e... gli almeno tre livelli di messaggio subliminale (volontari o inconsapevolmente inseriti).

Ho 55 anni e insegno da 36, posso permettere anch'io di dare un consiglio?

Va benissimo cercare di non fare nè i sofisti nè, tantomeno, i servitori di uno stato etico (reale o utopisticamente immaginato o inconsapevole), ma, possibilmente prendendola con un pizzico di filosofia, i nostri allievi, dalla materna al liceo, sono giovani, non stupidi e, se facciamo qualche pasticcio... Pazienza!

(A me fa comodo pensare che il compito del maestro sia di "morire", di non essere più necessario (pedagogicamente parlando), lasciando dietro di sè degli allievi un pochino più furbi di lui...

 Se qualcuno dei miei giovani colleghi non sa far altro che insegnare il significato di un certo "cum" o la lista dei verbi irregolari o un certo tipo di simboli matematici pazienza, di sicuro avrà ottime probabilità di avere allievi più furbi di lui fin dalle prime ore di lezione.

Buon carnevale

Piero